31 – Lunedì

Sto facendo la cacca nei bagni di un traghetto di linea. Geloso della mia privacy, mi assicuro che la porta del bagno sia ben chiusa. A metà dell’azione, i pannelli prefabbricati di cui i muri sono costruiti cadono giù uno per volta, rivelandomi alla vista della gente che affolla il corridoio della nave. Solo la porta, stranamente, è rimasta in piedi.

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Devo correre, devo correre, devo correre, devo correre, devo correre. Sono stanco ma devo correre. Non so perché, ma devo correre.

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Ho commesso un atroce delitto. Non chiedetemi quale, non lo ricordo neppure io. Fatto sta che dopo un processo sommario mi sono ritrovato in gattabuia. Ad accogliermi un signore corpulento di mezza età con i baffi. Ha sempre vissuto in isolamento da quando lo hanno arrestato ultraminorenne, e adesso che si ritrova un compagno di cella non vede l’ora di provare per la prima volta i piaceri della carne. Io capisco le sue intenzioni e me la do a gambe, ma nella piccola cella la fuga dura poco e presto mi ritrovo immobilizzato sul letto da due pesanti mani. Mi dimeno cercando di liberarmi, ma è tutto inutile, e dopo pochi istanti sento l’inevitabile laceramento delle carni e ho come l’impressione di vedere dall’interno del mio corpo quel ruvido membro che fa capolino, prima di svegliarmi per il dolore e il terrore.

Non si può dire che sia stato un sonno particolarmente ristoratore, con tutti questi sogni del cavolo. Ma per essere un lunedì mattina non è neppure andata troppo male. Mancano ancora 30 minuti al suono della sveglia: un po’ presto per alzarsi, ma forse troppo tardi per riuscire a riaddormentarsi. Mi rigiro nel letto e aspetto pazientemente la sveglia; quando questa suona, mi alzo senza perdere tempo. Mi lavo, faccio tutto quello che devo fare, poi negli ultimi minuti accendo la TV. Strano, oggi alla NHK la programmazione è diversa dal solito. Ah ecco perché: secondo i miei calcoli dovevano essere le 6:30, invece sono le 6:47. Porco cazzo.

Uscito di casa il panorama è diverso dal solito. Non incontro l’uomo con la mascherina che passa alle 6:38. Le comari che ogni giorno chiacchierano all’ultimo incrocio prima della stazione non ci sono più. Oggi col cavolo che riesco a sedermi nel treno. La tecnica mnemonica in questi casi non è applicabile, per l’inserimento a 45 gradi sono troppo fuori allenamento.

Arrivato in ditta, l’unica cosa che ho voglia di fare è il disegnino qua sotto. Non saprò mai dove ho perso i 17 minuti che mancavano all’appello stamattina. Ma è lunedì e tutto è possibile, proprio come nei sogni. Anche se, sogno per sogno, avrei preferito entrare in un carcere femminile. Sarà per il prossimo lunedì.

Lunedì

4 thoughts on “31 – Lunedì”

  1. Io un lunedì non ce l’ho per (s)fortuna, nel mio lavoro la settimana non esiste, per me il lunedì è ogni volta che faccio il turno di mattina, con sveglia alle 5, o alle 4:30, o alle 4 a seconda del turno. Mi sveglio sempre senza memoria, non ricordo che cazzo sta succedendo, non ricordo perchè mi sto svegliando, non ricordo se sia pomeriggio tardi per fare il turno di notte o se sia mattina presto per fare il fottuto turno di mattina, fuori comunque c’è sempre lo stesso buio invernale.

    A volta poi vado a dormire di pomeriggio dopo il fottuto turno di mattina e mi sveglio di soprassalto pensando che siano le 6 di mattina, mi fiondo giù dalle scale (la mia camera è in mansarda), apro il rubinetto della doccia e mi fiondo sotto l’acqua senza aspettare che si scaldi, e poi sento fuori dalla finestra la vicina che cucina, quella sega di Amadeus conduce il pre-serale su Rai-Uno, ho sbagliato tutto…mi sento sollevato ma allo stesso tempo una merda, meno male che la mia gatta non è abbastanza intelligente da pensare che sono pazzo (o forse lo è?)…

    Io non ho una settimana, non ho una giornata che inizia con la mattina e finisce con la sera, ma almeno quando vado in Giappone non soffro di Jet-Lag 🙂

    Vorrei incontrarti ancora amico.

    Nicola

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